C’è un’immagine che da sempre attraversa i secoli, i miti e i sogni degli uomini e delle donne: la Donna come Coppa.
Non è una metafora fragile, né un simbolo romantico.
È un’antica verità archetipica.
La coppa non è solo un contenitore: è un portale.
È grembo, è cuore, è ascolto.
È la forma che accoglie il mistero, il vuoto fecondo che permette al sacro di manifestarsi.
Quando una donna si ricorda di essere coppa, non si svuota: si prepara a ricevere. Non si offre al mondo per essere colmata, ma per contenere il cielo. Per incarnare davvero il Sacro Femminile, una donna è chiamata a modellarsi come una coppa. A lasciarsi scavare dalle esperienze, dalle ferite, dalla vita stessa. A diventare recettiva nel cuore, capace di accogliere senza trattenere, di contenere senza controllare. E questo non ha nulla a che vedere con l’accondiscendenza sterile, né con la passività emotiva mascherata da dolcezza. Ha invece tutto a che vedere con la vita, con il divino, con il principio creatore femminile.
Perché solo chi accoglie profondamente è in grado di dare alla luce. E il potere del femminile non è nella conquista, ma nel contenimento sacro. Non nel mostrarsi, ma nel vibrare silenziosamente.
La Donna di Coppe
Nei Tarocchi, la Donna di Coppe è la Regina che incarna questo mistero. Tiene in mano una coppa chiusa, un oggetto che nessun altro può vedere dentro. Perché non si può entrare nel cuore di una Donna di Coppe se non con purezza, presenza e verità.
Lei è l’intuito che conosce prima che le cose accadano.
È la guaritrice silenziosa, la veggente gentile, colei che custodisce visioni, memorie, acque interiori. Non parla molto, ma quando lo fa, ogni parola è medicina. È la Regina dell’amore che non chiede nulla, ma trasforma tutto. Non è la più appariscente. È la più profonda. E forse per questo, è anche la più fraintesa.
Per comprenderla davvero, bisogna diventare coppa a propria volta. Spogliarsi dell’ego. Svuotarsi del superfluo. Farsi spazio. E aspettare.
Il potere di contenere il cielo
Nel mondo moderno, che premia la fretta e la forza, la Donna-Coppa rappresenta una rivoluzione silenziosa. È colei che non domina, ma raccoglie. Che non impone, ma vibra. Che non conquista, ma attira. Per questo la vera rinascita spirituale non avverrà dalla mente, né dalla tecnica, ma dal ritorno del principio femminile sacro, dalla gentilezza e dal cuore.
E questo principio non è solo nelle donne. È anche negli uomini che hanno imparato ad accogliere, ad ascoltare, a farsi vuoto fertile e presenza amorosa.
Il risveglio comincia da qui! Forse è il tempo di tornare alla Coppa.
Alla Donna che la porta, e alla Donna che è Coppa. Di onorare chi non urla, ma vede. Chi non si mostra, ma trasforma.
Perché una nuova umanità nascerà dal grembo, non dal potere.
Dalla visione, non dalla strategia o dalla manipolazione. Dall’acqua che scorre nel silenzio, non dal fuoco che consuma tutto.
E se stai leggendo questo, forse anche tu…
sei chiamata/o a ricordare.
Pensate ora a una donna.
Non una qualunque.
Ma a colei che ha sacrificato il suo amore terreno per un amore più alto, invisibile, metafisico.
Una donna che ha rinunciato alla felicità comune, per portare nel mondo un amore più grande, incondizionato, un amore che non chiede, non pretende, non possiede…
ma ama, semplicemente.
Pensate a una donna che ha scelto di bruciare interiormente,
per non tradire la sua visione. Che ha custodito il fuoco sacro nel suo cuore incorrotto, mentre intorno tutto chiedeva compromesso. Che ha detto “sì” non a un uomo, ma al destino voluto dal Divino.
Se riconoscete in questo ritratto una figura storica, una regina mitica o sconosciuta, forse, quella è la Donna di Coppe.
Colei che ha fatto del suo cuore un altare.
E della sua anima, una coppa per il divino.
Così è!
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