Capire che a volte vogliamo soffrire,
ma non vogliamo che la sofferenza venga
da una parte qualsiasi, deve venire da quella
persona lì e da nessun altra.
Capire che c’è una lingua per ogni momento
della giornata: la lingua del pomeriggio
porta ansia che magari sono perdute
nella lingua della sera.
Capire che spesso siamo cercati per disperazione:
non è amore, ma degnissimo desiderio di compagnia.
Capire che quasi sempre combattiamo battaglie
che abbiamo già perduto
per il gusto di riperderle.
Capire che non esiste la possibilità di avere
più amori contemporaneamente, ma solo
l’ambizione che questa cosa possa accadere:
a volte gli altri sono gelosi delle nostre ambizioni.
Capire che amarsi è per il novanta per cento
un colloquio fatto con parole che nascono
dal nostro colloquio: non si va al supermercato
per parlare a chi ci ama.
Capire che non si deve mai sparire
dopo aver creato un disagio nell’altro:
il silenzio è un crimine.
Capire che un amore fitto di parole
alza difese altissime contro la malattia:
nessuno si ammala quando
ha voglia di parlare a qualcuno
o se qualcuno ha voglia di parlare con lui.
Foto di Cathal Mac an Bheatha su Unsplash