Ho avuto modo di raccontare più volte della mia passione per Kandinsky. Nell’introduzione al suo libro Punto, linea, superficie il padre della pittura astratta scrive: “la scienza dell’arte condurrà a una sintesi completa che, alla fine, si estenderà oltre i confini dell’arte, nel campo dell’ “unità”, dell’ “umano” e del “divino“.
Ecco, le sue opere guidano, accompagnano il mio essere oltre l’arte, in quello spazio di spiritualità dentro e fuori di me, fanno vibrare le corde del mio desiderio di unità, di umano e divino, qui su questa Terra, nella vita di tutti i giorni.
Più avanti, nello stesso libro, Kandinsky afferma: “L’occhio aperto e l’orecchio vigile trasformano le più piccole scosse in grandi esperienze. Da tutte le parti affluiscono voci e il mondo risuona. Come esploratori che si addentrano in paesi nuovi e sconosciuti, noi facciamo scoperte nel “mondo quotidiano”, e il nostro ambiente, altrimenti muto, comincia a parlare in un linguaggio sempre più chiaro.
Così i segni morti diventano simboli viventi, e ciò he è morto diventa vivo.
Naturalmente anche la nostra scienza dell’arte può nascere soltanto se i segni diventano simboli e se l’occhio aperto e l’orecchio vigile rendono possibile il passaggio dal silenzio alla parola.”
Un piccolo passo verso la Gioia di Essere.