Dopo esserci immersi della grandiosità di Madre Terra, continuiamo il nostro viaggio nelle 21 parole per la nuova Umanità con GIOCO, quartultima tappa. lI bambino che non gioca non è un bambino, ma l’adulto che non gioca ha perso per sempre il bambino che ha dentro di sé, scrive Pablo Neruda. Ma cos’è il gioco?
Partiamo dal suo significato attraverso un estratto della Treccani online. Per leggere la definizione completa è sufficiente pigiare sulla parola gioco riportata qui di seguito in rosso corallo.
Significato della parola
giòco (letter. giuòco) s. m. [lat. iŏcus «scherzo, burla», poi «gioco»] (pl. –chi). – 1. a.Qualsiasi attività liberamente scelta a cui si dedichino, singolarmente o in gruppo, bambini o adulti senza altri fini immediati che la ricreazione e lo svago, sviluppando ed esercitando nello stesso tempo capacità fisiche, manuali e intellettive b. Competizione, gara (spesso sinon. di sport) c. ant. Festeggiamento, manifestazione di letizia d. Con riferimento all’antichità greco-romana, manifestazione ginnica, o anche rappresentazione, spettacolo e. Per estens. del sign. fondamentale, in etologia, l’insieme di azioni istintive e apprese con cui alcune specie di mammiferi e di uccelli sviluppano forme attive di apprendimento per lo più attraverso combinazioni di movimenti che simulano situazioni (caccia, lotta, ecc.) di importanza vitale per l’animale.
Origini della parola
Gioco deriva dal latino iocus, in origine “gioco di parole”, “scherzo”, facezia arguta o volgare, che al plurale indica spesso i giochi amorosi, il corteggiamento disimpegnato, i componimenti letterari a sfondo erotico. Diverso da ludus che indica piuttosto il gioco d’azione.
L’etimologia greca della parola gioco è paignion che ha la medesima radice di pais, “bambino”, di paizein (che significa “giocare”, ma anche danzare, suonare, fare l’amore), e infine di paideia, “educazione” e cultura nel senso più nobile e completo del termine.
Sulla parola
Il gioco si basa su un’unione inscindibile tra leggerezza e serietà. Infatti, pur essendo espressione della massima libertà, il gioco richiede il rispetto delle regole su cui è fondato, regole senza le quali il gioco non solo non funzionerebbe, ma non esisterebbe. Per questo giocare è fondamentale e formativo direi fin dalla nascita.
Secondo Maria Montessori, educatrice nota per il metodo educativo che prende il suo nome, il gioco è importante perché:
- È volontario, propositivo e spontaneo
- Viene stimolata la creatività attraverso capacità di problem solving, competenze linguistiche e abilità fisiche
- Aiuta la formazione di nuove idee
- Aiuta l’adattamento sociale del bambino
- Aiuta a contrastare eventuali problemi emotivi
Ma se il gioco è un modo per apprendere e sviluppare capacità creative perché non può essere benefico anche per gli adulti? Il gioco è la porta verso la vitalità. Per sua natura è unico e intrinsecamente gratificante. Esso genera ottimismo, porta novità, aiuta il sistema immunitario, favorisce l’empatia e promuove un senso di appartenenza e di comunità. Giocare migliora anche le relazioni. Lasciar correre l’l’immaginazione e la fantasia, attraverso il gioco -specialmente se condiviso- produce un clima in cui è più facile trovare interconnessioni umane, approfondire i rapporti interpersonali e viverli in maniera più gratificante.
Secondo Charles E. Schaefer, che nel 1982 fondò insieme a K. O’ Connor l’Associazione Play Therapy : “Non siamo più pienamente vivi, più completamente noi stessi e più profondamente assorti in qualcosa, che quando giochiamo”.
Catherine Fenwick, autrice, terapeuta e ideatrice di Healing with Humor scrive: “Il tuo corpo non può guarire senza giocare. La tua mente non può guarire senza ridere. La tua anima non può guarire senza gioia”. Quasi duemila anni prima Lau Tzu sosteneva che “il gioco è la medicina più grande”.
Alcune domande
E tu cosa pensi, cosa senti? Cos’è per te il gioco?
Cosa significa giocare?
Qual è il tuo rapporto con il gioco?
Quando giochi?
qual è il tuo gioco preferito ora? E quando eri piccola/o?
Cosa fai per divertimento?
Quando è stata l’ultima volta che ti sei messa/o a giocare come un bambino, magari a nascondino o a palla avvelenata?!
O l’ultima volta che ti sei messa/o a giocare con un animale domestico?
Un tocco d’arte
Il gioco dei se – Gianni Rodari
Se comandasse Arlecchino
il cielo sai come lo vuole?
A toppe di cento colori
cucite con un raggio di sole.
Se Gianduja diventasse
ministro dello Stato,
farebbe le case di zucchero
con le porte di cioccolato.
Se comandasse Pulcinella
la legge sarebbe questa:
a chi ha brutti pensieri
sia data una nuova testa.
Suggerimenti sul corpo
Ti ricordi il gioco della campana? Disegnalo dove sei, anche sul pavimento del tuo soggiorno, e gioca. Se preferisci, scegli qualche altro gioco, qualcosa che faccia divertire anche il tuo corpo.
Un piccolo passo verso la Gioia di Essere