C’è stato un momento in cui mi sono persa.
Ho perso tutto quello che avevo attaccato alla schiena.
I vecchi paradigmi.
Forme.
Maschere.
Vergogna.
Senso di colpa.
Costumi.
E le regole.
Ho perso ore e orologio, calendario e aspettative.
Le speranze e le certezze.
Ho perso tutto ciò che era.
Tutte le inutili attese.
Tutto quello che avevo cercato.
Tutto quello per cui avevo camminato.
Tutto ciò che avevo lasciato sul ciglio della strada.
E così, nel perdere tutto,
ho perso anche la paura, la paura di infrangere le regole e le autocritiche feroci.
La paura della morte e la paura della vita.
La paura di perdermi e la paura di perdere.
E completamente nuda,
priva della vecchia pelle,
ho trovato un cuore.
Un cuore che vibra dentro ogni poro del mio essere.
Un profondo tamburo
fatto di argilla, stelle e radici.
Il suo eco dentro di me
è la voce della vecchia donna.
Fu allora che ricordai,
battito dopo battito, che ero viva, eternamente viva.
Che ero libera, coraggiosamente libera.
Illustrazione Ofra Amit