C’era una volta una piccola tigre, veloce e curiosa. Aveva un carattere giovale e indipendente, le piaceva giocare con gli altri cuccioli del branco e avventurarsi con loro, anche da sola a dir la verità, nella foresta. I suoi amici dicevano che era meglio non farla arrabbiare: il suo ruggito era forte e inconfondibile, i suoi artigli pronti e taglienti.
Molto presto Tigre lasciò la tana suoi genitori e andò per la sua strada. Curiosa com’era, scoprì paesaggi ed esseri che non aveva mai visto prima. Fece molte esperienze e preziose amicizie, ma non si fermò mai da nessuna parte. Nessun posto le sembrava casa, c’era sempre una sorta di inquietudine che la spingeva a non fermarsi, un ruggito interiore che non le permetteva di fermarsi.
Un giorno di primavera di diversi anni dopo essere andata via di casa incontrò una grande saggia che le insegnò a vivere una vita armoniosa. Tigre ebbe finalmente la sensazione di aver trovato il luogo dove stare. Incontrò un compagno ed ebbero due cuccioli meravigliosi. Quando arrivò un periodo di crisi e di separazione Tigre trovò aiuto e sostegno negli insegnamenti della sua Maestra, la grande saggia. Per molti anni la sua vita scorse tranquilla con i suoi figli e la condivisione degli insegnamenti appresi, fino a quando non fece di nuovo capolino in lei quell’inquietudine interiore, quel ruggito inconfondibile.
C’era ancora altro da trovare e si rimise in viaggio. Riprese a cercare, sperimentare, fare tante cose.
Un giorno d’estate di molti anni dopo Tigre, ormai adulta, fu travolta da di due cani che si stavano rincorrendo a gran velocità. Senza neppure accorgersene si ritrovò a terra con una gamba rotta.
Abituata a correre e a muoversi a suo piacimento, dovette improvvisamente fermarsi. Solo il corpo in realtà era fermo, la sua mente continuava a girare vorticosamente, a contare i giorni, a chiedersi quando sarebbe potuta tornare alla sua vita di prima.
Mentre era lì che contava i giorni per rimettersi in piedi vide passare una chiocciola e si sorprese a pensare che persino quell’animale lentissimo era più veloce di lei ormai. Le avrebbe volentieri ruggito contro, l’avrebbe scaraventata lontano con un zampata quando iniziò a chiedersi: Come fa una chiocciola a vivere costantemente a quella velocità? A quella lentezza piuttosto? Come poteva essere una vita vissuta a quel ritmo così lento? “Senti lumaca, come fai ad andare così piano? Non ti annoi? Non pensi sarebbe più divertente correre veloce e non dover impiegare tutto quel tempo e quella fatica per muoverti?”
La chiocciolina sobbalzò. Mai una tigre si era rivolta a lei! Non sapeva proprio cosa fare. Scappare non sarebbe servito a nulla, a quella velocità! Restò lì in silenzio, tutta tremante. Tigre la tranquillizzò: “Sono ferma e immobile, con la gamba rotta. Sei più veloce di me in questo momento. Non voglio farti nulla di male. Spiegami per favore com’è la tua vita? Cos’è la lentezza?”
La chiocciola non sapeva cosa rispondere, aveva sempre vissuto così. Ma ebbe un’idea: “Se mi lasci salire su di te, mi metto sui tuoi occhi così potrai vedere la vita come la vedo io, alla mia velocità”. “D’accordo” disse Tigre e la lasciò salire su su fino agli occhi.
Non appena la chiocciolina arrivò agli occhi accadde una magia. Come attraverso degli occhiali speciali, improvvisamente tutto il mondo intorno era diventato più colorato, più luminoso, più vivo. Le stesse cose di sempre, quelle cose a cui di solito Tigre non faceva caso, erano diventate di una singolare bellezza. Ancora di più, sembrava fossero lì per lei, per il suo piacere.
Gioì di quello che vedeva e di quello che sentiva, come mai le era successo in vita sua. Iniziò ad apprezzare quel tempo, quell’obbligo di STARE FERMA. Una sensazione di pace e di pienezza riempì il suo Essere. “Grazie per avermi regalato questa meraviglia” disse alla chiocciola con profonda gratitudine “Vorrei che non finisse mai e tu certamente non puoi restare sempre qui. Come faccio ora che te ne vai? Come faccio quando non ci sei?” “Ricorda. Ricorda questa esperienza. Ogni volta che vorrai riportala nel cuore, richiamala nel cuore e la vivrai come è accaduto adesso. Più volte lo farai più diventerà la realtà nella quale vivrai” rispose la chiocciola riprendendo lentamente la sua strada.
Tigre passò il resto della convalescenza con un grande senso di accettazione e di meraviglia. Mai avrebbe pensato che stare così ferma potesse essere altrettanto piacevole. Tuttora, che è guarita da anni ormai, le piace rallentare il ritmo e stare in compagnia della lentezza.
Senza aver perso il piacere delle corse nella foresta.
Che Tigre sarebbe altrimenti!
Un piccolo passo verso la Gioia di Essere
Inner net – la via dell’integrazione
1. Introduzione
2. Imparare a chiedere e a ricevere
3. La tigre, la chiocciola e la magia della lentezza
4. La guerra dentro
5. Jesus Christ Superstar, Giuda e il Disegno più grande
6. L’abbraccio
7. Il complikin