Siamo arrivati all’ultima tappa del nostro 3 luogo: l’ACCETTARE. Abbiamo iniziato riflettendo sul significato della parola. Abbiamo proseguito col praticare l’Accettare il nostro corpo. La scorsa settimana abbiamo visto, riconosciuto e accettato il sostegno degli elementi della natura onorando così anche la giornata mondiale dell’acqua del 22 marzo.
Questa settimana faremo un passo avanti, amplieremo la visione riflettendo su queste parole di Wallace J.Nichols: “E’ facile dimenticare che il corpo è fatto degli stessi atomi che compongono il mondo che lo circonda, e che noi scambiamo molecole con ogni inspirazione ed espirazione, ogni boccone di cibo, ogni cellula di pelle che si stacca mentre ne appare una nuova“.
Nel 1980 Carl Sagal, astronomo e divulgatore scientifico statunitense, scriveva: “Il cosmo è anche dentro di noi; noi siamo fatti della stessa materia delle stelle“. Margherita Hack spiega: “Tutta la materia di cui siamo fatti noi l’hanno costruita le stelle, tutti gli elementi, dall’idrogeno all’uranio, sono stati fatti nelle reazioni nucleari che avvengono nelle supernove, cioè queste stelle molto più grosse del Sole, che alla fine della loro vita esplodono e sparpagliano nello spazio il risultato di tutte le reazioni nucleari avvenute al loro interno. Per cui noi siamo veramente figli delle stelle“. Insomma aveva ragione Alan Sorrenti!
Scherzi a parte, come sarebbe accettare, accogliere e sentire nella vita quotidiana che il nostro corpo, il corpo che laviamo, vestiamo, nutriamo tutti i giorni, il corpo in cui sperimentiamo l’intera vita, da ancora prima di “venire alla luce” all’ultimo respiro, è fatto della stessa sostanza delle stelle? Quale impatto potrebbe avere nella vita quotidiana sentire di essere figlia, figlio delle stelle, dell’Universo?
E possiamo provare a fare un ulteriore passo. L’Universo ci fornisce “solo” la materia di cui siamo fatti e di cui è fatto tutto ciò che ci circonda? Si prende cura di noi “solo” a livello chimico e materiale? O nutre anche altre dimensioni dell’Essere? Potrebbe essere che tutto ciò che ci accade nella vita, dall’aria che respiriamo all’acqua che beviamo, dalle persone che incontriamo a ciò che viviamo ogni giorno, sia il nutrimento che, in quanto figli, l’Universo ci fornisce per farci crescere? per far brillare sempre più la nostra luce?
“Osservate attentamente gli uccelli del cielo, perché essi non seminano né mietono né raccolgono in depositi; eppure il vostro Padre celeste li nutre. Non valete voi più di loro?” dice Matteo riferendo le parole del Maestro.
Quante domande in questa ultima tappa dell’ACCETTARE! Il compito non è trovare le risposte, ma stare in compagnia di tali domande, accettarle e lasciarle entrare, sentire se e come risuonano all’interno, nel corpo, nel cuore. Può essere utile guardare l’immagine, entrarci dentro, lasciare che parli, sentirne l’eco
Buona settimana … universale!
Un piccolo passo verso la Gioia di Essere.